La mostra “The Garden of Digital Delights”, curata dai co-fondatori di The PhotoPhore, Marica Denora e Domenico Fallacara, è parte di FESTIVAL ZERO1, il festival di arte digitale e cultura organizzato dalla Università di La Rochelle, dall’1 al 4 aprile 2021.
Partendo dal “Giardino delle delizie” di Hieronymus Bosch, la mostra la mostra riunisce i lavori di artisti che esplorano i nuovi confini del mondo digitale e interpretano la digitalizzazione della realtà attraverso le nuove tecnologie. I video selezionati rappresentano diversi elementi del mondo reale (natura, paesaggio, esseri viventi e umani), trasformandoli e ricreandoli nel mondo digitale; una sorta di cosmogonia digitale dell’esistenza.
La mostra si propone di creare un parallelismo ideale tra il “mondo antico”, analogico e tradizionale, e il “mondo nuovo”, contemporaneo e digitale, ancora in via di formazione e definizione. Considerando il lavoro di Bosch come un tentativo di riassumere e tradurre la cosmogonia, la cosmologia e l’escatologia dell’universo in arte, “The Garden of Digital Delights” cerca di rileggere le stesse “categorie filosofiche” sotto i riflettori delle recenti trasformazioni digitali.
Le domande che il “nuovo mondo” suggerisce sono molteplici: come si può immaginare questo mondo digitale? Come può essere rappresentato? Quali emozioni derivano dalla sua visione? Come possiamo interagire con esso?
Seguendo il trittico di Bosch, le opere sono presentate attraverso un’installazione che ricorda la struttura fisica e l’aspetto del trittico originale, e sono suddivise in 3 gruppi: uno dedicato alla natura (come nuovo Eden) e all’impatto iniziale del mondo digitale con la realtà “analogica”, con opere di Miguel Marino (AR) e Studio Above & Below (UK); una seconda sezione è dedicata al “giardino delle delizie digitali” con opere di Flavian Berar (UK) e Paulo Arraiano (PT); un terzo gruppo di opere è dedicato alle nuove forme di ibridi digitali e chimere create dalla rivoluzione ipertecnologica, rappresentate da Sandrine Deumier (FR) e Geriko (FR / BE). Di fronte all’installazione del trittico troviamo la videoproiezione dell’opera di Cy Tone (IT): un universo distorto; una sorta di versione digitale del globo raffigurato sui pannelli esterni del capolavoro di Bosch che rappresenta “La creazione del mondo”.
L’opera di Miguel Marino “Registros” sovrappone il digitale al reale: in un ambiente naturale, reale, si inseriscono pure forme digitali, generando uno smarrimento surreale.
Allo stesso modo, il lavoro “Terrain” di Studio Above & Below utilizza la realtà aumentata per connettere ulteriormente il mondo reale e il mondo digitale. Nel loro lavoro, con la musica di Einar Fehrholz, forme digitali innaturali sono sospese nel mondo in cui viviamo: il digitale entra nella vita comune.
L’opera “Engines of Creation“, dell’artista e designer d’architettura Flavian Berar, ci mostra gli orizzonti raggiunti dall’architettura e dalla speculazione architettonica, utilizzando le tecnologie computerizzate. Lo scenario di base è un mondo simile a quello reale, anche se ricreato digitalmente. È una sorta di “saggio sull’architettura” che cerca risposte alle minacce poste dal cambiamento climatico, dall’intelligenza artificiale e dalle nanotecnologie, esplorando potenziali nuove direzioni che l’architettura, reagendo, potrebbe prendere.
“Sensorial Divinities” di Paulo Arraiano, invece, trasporta l’ibridazione analogico-digitale al livello delle creature viventi, compresi gli umani. L’idea del “cyborg”, la creatura metà uomo e metà computer, famoso topos della fantascienza, è ripresa in modo subliminale. Nell’opera di Arraiano, però, questa creatura analogica e digitale non appare più come frutto dell’immaginazione: è rappresentata come “reale”, possibile grazie allo sviluppo estremo e concreto delle tecnologie computerizzate.
In “Pink party” di Sandrine Deumier troviamo l'”essere umano digitale” che esplora il nuovo “mondo digitale”, indagando, con apparente innocenza, le vaste possibilità che questo nuovo mondo racchiude. Non c’è più una moralità superiore che condanna il comportamento, tutto può essere e di tutto, quindi, accade.
Il video “Anvil” di Geriko, segna la tappa finale del percorso e di questo viaggio di scoperta. Non più la “fine del mondo” in termini assoluti, come quella dipinta da Bosch nel terzo pannello del suo trittico, ma una possibile “fine del mondo analogico”. Nel video di Geriko, una figura umana femminile si muove interamente nel “mondo digitale” per contrastare la sovrappopolazione del “mondo analogico”. La sua coscienza viene quindi “digitalizzata” e inserita nel nuovo mondo, continuando a vivere solo come “sequenza di numeri”, come “entità digitale” su uno schermo. La donna, quindi, lascia per sempre il mondo reale, quello che ai tempi di Bosch era considerato l’unico mondo possibile.
Al giorno d’oggi, l’inizio del processo di “trasferimento” rappresentato da Geriko è già iniziato (anche se in modo non così estremo). Nella nostra vita quotidiana, parte della “realtà” si è spostata su Internet e la “coscienza” personale migra sui social network. Nel nostro mondo, quindi, si stanno formando veri e propri “mondi digitali”, abitati da un numero sempre crescente di persone.
Quello che resta da chiedersi, quindi, all’uscita da “The Garden of Digital Delights” è una domanda conclusiva, escatologica: il trasferimento completo dal “mondo analogico” al “mondo digitale” sarà la decisione finale dell’umanità?
THE GARDEN OF DIGITAL DELIGHTS
Curato da THE PHOTOPHORE (Marica Denora e Domenico Fallacara)
FESTIVAL ZERO1, April 1 – 4, 2021
Centre Intermondes, 1 Rue des Augustins, 17000 La Rochelle, France
Daily, from 10am to 6pm | Free entry
Ingresso con prenotazione obbligatoria: contact@centre-intermondes.com
Per maggiori informazioni, contattare: info@thephotophore.com