Esporre a Venezia comporta confrontarsi necessariamente con la bellezza e la storia maestosa della città e con gli architetti ed artisti che l’hanno omaggiata nel corso dei secoli. E questo confronto, che potrebbe a tratti intimidire, diventa un dialogo tra titani quando l’artista austriaco Gottfried Helnwein – tra i più importanti e controversi artisti contemporanei di lingua tedesca – presenta le sue opere nelle Sale Monumentali della Biblioteca Marciana di Venezia.
In mostra fino al 15 agosto, 11 grandi dipinti dell’artista, provenienti da collezioni private e museali come l’Albertina di Vienna, impongono la loro presenza accanto alle opere di Tiziano, Veronese e Tintoretto che adornano le sale della Biblioteca.
I quadri di Helnwein rapiscono immediatamente l’osservatore grazie alla maestria con cui sono dipinti e ai soggetti che ritraggono. Definiti “super-realisti”, come spiega il critico d’arte Paparoni, non solo ritraggono perfettamente la realtà, con una resa del dipinto pari a quella di una fotografia, ma la superano caricandola di significati. I bambini diafani che popolano le tele, soggetti principali dell’arte di Helnwein, spesso fissano l’osservatore mentre sono ricoperti di sangue, avvolti in bende, in divise militari e con armi in mano.
Immediato è dunque lo stridore tra simboli e immagini che rimandano all’innocenza (bambini, personaggi dei cartoni animati e manga, iconografie religiose) e il loro inserimento in un contesto di evidente violenza (esplosioni e guerre sullo sfondo, presenza di bendaggi e sangue, luci violacee, divise del Terzo Reich).
Così, in “Disasters of War 75”, lo sguardo duro di una bambina ci osserva silente (in “Quel silenzioso bagliore” che da il titolo alla mostra) mentre il suo volto è ricoperto di sangue; un Mickey Mouse distorto in un ghigno inquietante emerge da uno sfondo violaceo (“Pink Mouse 2”); un gruppo di militari in divise naziste si presenta al cospetto di un bambino come i Magi al cospetto della natività (“Epiphany I – Adoration of the Magi 3”).
Soggetto dell’arte di Helnwein è la violenza nella storia (la storia passata – eredità pesante e traumatica dell’artista austriaco nato nel 1948 – e quella presente). I bambini, con la loro vulnerabilità abbagliante, riflettono in maniera immediata questa violenza, la responsabilità della società nei confronti delle brutture della storia. I bambini sono scelti come soggetti delle tele non solo per la loro innocenza, ma anche per il fatto di essere ancora in un’età che li rende liberi dalle sovrastrutture che gli si imporranno durante la crescita (e che li renderanno parte e artefici di quella stessa società violenta).
E se i bambini sono i soggetti principali della denuncia dell’artista nei confronti della crudeltà della storia, l’inserimento di personaggi dei cartoni animati in scene attuali di guerra «ricorda a tutti quanto sia difficile ormai distinguere il vero dal falso, o la realtà dalla fantasia», in questa nostra epoca di post-verità. Una difficoltà che ha già mostrato tutta la sua pericolosità e carica violenta nella storia attuale.
© Text by ThePhotoPhore
Quel silenzioso bagliore – Gottfried Helnwein
A cura di Manfred Möller, Edition Minerva
Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana, Venezia
3.07.2021 – 15.08.2021
Discover: www.helnwein.com