“Dialoghi Contemporanei con Tintoretto” è la nuova mostra inaugurata a Venezia il 20 ottobre 2018, nell’ambito delle celebrazioni per i 500 anni dalla nascita del grande pittore.
Due sono le location di questa mostra diffusa: la Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ D’Oro e Palazzo Ducale.
Così come due sono i macro temi che fanno da sfondo al nascere dei “dialoghi“: “Volti” e “Storie“.
Dialoghi Contemporanei con Tintoretto: L’importanza dei “dialoghi”
“Dialoghi Contemporanei con Tintoretto” è una mostra particolare, perché si è imposta l’ardito compito di mettere a confronto la produzione di uno degli artisti più importanti del Rinascimento Italiano, con le opere realizzate da artisti di oggi, contemporanei.
È un tema così vasto che rischia di disorientare. E la mostra disorienta, infatti. Ma in senso positivo.
Il curatore, Ludovico Pratesi, assieme all’organizzatore Zuecca Projects, ha deciso di non forzare la mano indicando una direzione precisa per la lettura della mostra.
L’escamotage del “dialogo” ha l’intento di far scaturire dal contatto visivo tra le opere, quasi spontanemante, una serie di rapporti, di “dialoghi“, appunto.
Il compito lasciato (anche) all’osservatore, è fondamentale. C’è la possibilità, quasi la necessità, di ricostruire gli intrecci tra le opere.
Una mostra che non va soltanto “guardata“, quindi, ma quasi “ascoltata“, e certamente “vissuta” per carpire quanto le opere hanno da dire e da dirsi. Per cercare di capire ciò che le unisce e ciò che le divide.
Dialoghi Contemporanei con Tintoretto: la sezione “Volti” alla Ca’ D’Oro
La parte più cospicua delle opere contemporanee è esposta alla Ca’ D’Oro, superbo palazzo quattrocentesco sul Canal Grande. Il palazzo è il contenitore museale della Galleria Giorgio Franchetti, che custodisce nella sua collezione il Ritratto del procuratore Nicolò Priuli di Tintoretto (1545).
Il dipinto di Tintoretto è collocato al centro del grande portego al secondo piano, come a capo tavola, dando le spalle alla loggia che affaccia sulla città.
Lungo i lati della sala ci sono gli inviati, i commensali, le 12 opere di alcuni tra i più rinomati artisti del panorama contemporaneo: Michaël Borremans, Glenn Brown, Roberto Cuoghi, John Currin, Chantal Joffe, Victor Man, Yan Pei-Ming, Matthew Monahan, Wangechi Mutu, Celia Paul, Markus Schinwald e Josh Smith.
Da questa disposizione reverenziale, che ha come punto di fuga il quadro di Tintoretto, possono cominciare i “dialoghi“.
Tutte le opere sono interpretazioni del “ritratto“, del “volto“. Sono rappresentazioni differenti dell’essere umano.
Le voci degli artisti, ovviamente, sono tutte diverse. Ma ogni opera ha qualcosa che si sovrappone, o si oppone, alla lezione di Tintoretto, creando una serie sterminata di possibili sotto-temi nel rapporto con l’opera del Maestro.
Ci sono opere che possono essere messe in dialogo grazie al tema del “ritratto di personalità famose“, tra il serio ed il faceto. Come il Napoleon, Crowing Himself Emperor – Black (2017) di Yan Pei-Ming o il ritratto del chitarrista Arto Lindsay, Senza titolo (Ritratto di Arto Lindsay), (2009) di Roberto Cuoghi.
Ci sono opere focalizzate sull’espressione del volto, che mettono in risalto i risvolti psicologici dei personaggi. Come i dimessi, quasi tristi, ritratti di Victor Man, Untitled (2011), o Celia Paul, Head of Kate (1993-2014). O quello raggiante, allegro, di John Currin, Anita Joy (2001). Tutto in un rapporto orizzontale, di variazione sul tema, con lo sguardo leggermente sprezzante, altezzoso e ieratico del Nicolò Priuli di Tintoretto.
Ci sono opere che invece fanno risaltare la percezione opposta tra il ritratto antico, mimetico ed istituzionale, ed il ritratto “complesso“, “disarticolato“ della contemporaneità, di ispirazione quasi cubista. È il caso delle opere di Wangechi Mutu, Automatic Hip (2015) e di Matthew Monahan, Secret Handshake (2016).
Mille sono gli intrecci tra le opere, i temi che possono emergere per spiegare analogie e differenze tra il lavoro artistico di cinquecento anni fa e quello degli ultimi anni.
Dialoghi Contemporanei con Tintoretto: la sezione “Storie” a Palazzo Ducale
Palazzo Ducale è la casa dei Veneziani. Per eccellenza. è il luogo in cui dimorava il Doge, antico capo politico della Serenissima, ed in cui veniva espletato il potere politico della città.
E poiché i governanti antichi credevano nella bellezza (oltre ad aver capito l’assoluta importanza della propaganda visiva), a Palazzo Ducale c’è un grande ciclo pittorico di Tintoretto dipinto tra il 1564 ed il 1592.
In questi giorni, inoltre, a Palazzo Ducale anche un’altra grande mostra dedicata a Tintoretto, TINTORETTO 1519-1594, con ben 70 opere esposte.
Tutta questa profusione di opere, fa da sfondo alla seconda sezione di Dialoghi Contemporanei con Tintoretto: “Storie“.
Nella sala della “Quarantia Civil Vecchia“, accanto ai teleri cinquecenteschi, sono esposte 2 grandi opere di un artista novecentesco veneziano: Emilio Vedova.
Vedova è stato un artista astratto, quindi potrebbe sembrare che abbia poco a che vedere con Tintoretto, a parte i comuni natali.
Ma non è così. Le opere di Vedova scelte per la mostra sono dei grandi dipinti circolari carichi di forza espressiva, di gestualità informale, che sembrano esprimere le vorticose emozioni derivate dalla vista simultanea di tutta la grande pittura che tappezza le pareti del palazzo.
È come se tutta la Storia dell’Arte racchiusa in questo palazzo-scrigno fosse stata frullata nella testa dell’artista e fosse stata riversata sui dischi.
La forma circolare di questi dipinti non è un caso. Perché il cerchio, la ruota, è l’espressione tangibile del movimento. Ciò che si vede nelle opere di Vedova è quello che si percepirebbe se ci si mettesse nell’Appartamento del Doge e si girasse su se stessi a gran velocità.
È come se l’enorme forza artistica di Tintoretto, dalle pareti, fosse concentrata in un unico punto, su di un’unica superficie.
Ecco allora che le “Storie“ di Tintoretto, sono in dialogo con il loro “concentrato“ dipinto da Vedova. Così si sovrappongono la “storia“ di Tintoretto, grande artista rinascimentale veneziano, e la “storia“ di Emilio Vedova, grande artista novecentesco veneziano.
In un “dialogo“ più intimo, più locale, ma non per questo meno carico di intrecci importanti per la Storia dell’Arte.
Dialoghi Contemporanei con Tintoretto
20.10.2018 – 07.01.2019
Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ D’oro
Palazzo Ducale
Venezia
Organizzato da:
Zuecca Projects, Polo museale del Veneto, Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ D’Oro, Fondazione Musei Civici Venezia, Palazzo Ducale
Sponsorizzato da:
Hausbrandt Trieste 1892 S.p.A., The Bauer Hotels Venezia S.p.A.
Supportato da:
House of Nobleman, AmC Collezione Coppola, Collezione Giuseppe Iannaccone, Gagosian Gallery, Galleria Massimo De Carlo, Victoria Miro Gallery
Testo di Domenico Fallacara | the PhotoPhore
Discover: www.zueccaprojects.org