L’elegante opuscolo color blu foglia di tè che accompagna la visita al Padiglione Gran Bretagna alla 16ma Mostra Internazionale di Archiettura – La Biennale di Venezia, si apre con due eleganti indizi:
- un disegno di Johann Heinrich Ramberg, su “La Tempesta“, la famosissima opera teatrale di William Shakespeare;
- e una citzione del non così famoso archietto spagnolo Alejandro de la Sota: “un architetto dovrebbe fare il meno possibile“.
Questa coppia di indizi ci danno la prima immagine di ciò che ci aspetta al Padiglione, curato da Adam Caruso, Peter St John e Marcus Taylor, ed intitolato: ISLAND [ISOLA].
British Pavilion – ISLAND: il concept
Dal punto di vista concettuale, la mostra ISLAND, commissionata dal British Council, è una trasposizione quasi letterale del tema principale della Biennale: FREESPACE [Spazio Libero], proposto dalle curatrici Shelley McNamara e Yvonne Farrell.
Lo “spazio libero” viene interpretato nel Padiglione Gran Bretagna come uno spazio isolato, uno spazio staccato dal resto del mondo. Un’isola, appunto. Uno spazio per la riflessione.
Non come uno spazio che raccoglie gli elementi della mostra, progetti, plastici. Ma uno spazio che si propone di far vivere l’architettura, di farla esperire.
Il padiglione britannico si divide in due elementi principali: uno “interno“, dentro il l’edificio del padiglione, intitolato “The Abandoned Pavilion” [Il Padiglione Abbandonato]; ed uno “esterno“, realizzato sopra l’edificio stesso, “The Platform” [La Piattaforma].
British Pavilion – ISLAND: The Abandoned Pavilion – Il Padiglione Abbandonato
Lo spazio interno è uno spazio vuoto, abbandonato, appunto. All’interno dell’edificio non c’è nulla, ed il visitatore è chiamato a restare stupito e straniato: non c’è nessuna mostra qui.
Citando Shakespeare:
Non essere spaventato; l’isola è piena di rumori,
Suoni e arie dolci che danno gioia e non feriscono.
[William Shakespeare, La tempesta, 3.2]
Qui inizia il percorso di “isolamento” del visitatore, che deve staccarsi dal mondo esterno, ed entrare in un mondo nuovo, l’ISOLA, the ISLAND. Proprio come era successo a Prospero, dopo il naufragio, nell’opera di Shakespeare.
Lo spazio vuoto annuncia il suo potenziale, la possibilità di essere usato. Rimarrà sostanzialmente vuoto, per i mesi di mostra. Ma il vuoto verrà riempito, a volte, da eventi temporanei, performance, installazioni e dibattiti. Agli occhi del visitatore, questi eventi saranno qualcosa di simile alla “vita sull’ISOLA“.
British Pavilion – ISLAND: The Platform – La Piattaforma
Fuori dal padiglione c’è la scala di un’impalcatura. Salendola, si arriva in un grande spazio aperto, sulla cima dell’edificio del padiglione. Questo è uno “spazio libero“, un “freespace“, come una piazza sopraelevata. Il pavimento stesso della piattaforma, a grandi riquadri di legno, ricorda quello di una piazza italiana.
È qui che, oltre Shakespeare, entra in gioco de la Sota, e l’architettura vera e propria: una piazza è uno spazio vuoto tra gli edifici. È uno spazio in cui “non c’è quasi nulla“. È un’architettura che vive per esclusione dagli spazi chiusi, dai palazzi.
L’agorà per i Greci, il foro per i Romani, la piazza è il luogo di passaggio e di riposo. Un luogo per il mercato e per lo scambio di idee. Il luogo in cui fermarsi a pensare.
Sulla grande piazza-ISLOLA, ai visitatori viene chiesto di fermarisi. Ci sono sedie ed ombrelloni per proteggere dal sole. Ogni giorno, alle 4 in punto, viene servito il tè. [Alla fine è pur sempre il Padiglione Gran Bretagna, non dobbiamo dimenticarlo].
L’idea brillante, venuta ai curatori del padiglione, è quella di invertire il compito affidato ai visitatori: essi non devono “guardare“ la mostra, devono “viverla“.
E questa idea, riconosciuta come “coraggiosa” dalla giuria della Biennale, ha fatto guadagnare al Padiglione Gran Bretagna una menzione d’onore.
Oltre ai curatori del padiglione, va riconosciuta una saggia lungimiranza anche a chi, dovendo scegliere tra diversi progetti, ha creduto in questa idea particolare e stimolante: Amanda Levete, di AL_A, Pablo Bronstein, artista, Suzy Jones, di RIBA North, Gary Boyd, della Queen’s University Belfast, Debika Ray, di ICON magazine e Philip Long, e V&A Dundee.
PADIGLIONE GRAN BRETAGNA
16ma Mostra Internazionale di Architettura
La Biennale di Venezia
26.05 – 25.11.2018
Giardini della Biennale
Castello, 30122
30124 Venezia
Italia
Testo di Domenico Fallacara | the PhotoPhore
Discover: venicebiennale.britishcouncil.org