La ricerca del lato umano degli architetti è uno dei temi principali del nuovo libro di Stefano Bucci: “L’architettura ha tante anime. Conversazioni“. Il volume, pubblicato da Allemandi, raccoglie trentaquattro interviste con alcuni dei più importanti architetti contemporanei, tracciando una lunga narrazione corale. Enrico Tantucci, giornalista e autore, ha intervistato Bucci nella stupenda cornice dell’Hotel Metropole di Venezia per presentare l’opera.
Il libro offre un viaggio unico nell’universo dell’architettura contemporanea, raccontato attraverso le voci dei protagonisti. Da David Adjaye a Cino Zucchi, passando per Tadao Ando, Gae Aulenti e Kazuyo Sejima. E poi Stefano Boeri, Yvonne Farrel e Sally McNamara. Ogni intervista cerca di svelare l’umanità di questi grandi personaggi della scena architettonica mondiale. Il tentativo di Bucci, infatti, è stato quello di catturare emozioni, sogni e visioni di questi architetti, ma soprattutto di questi uomini e di queste donne, delineando un panorama ricco e diversificato.
Un momento significativo del libro è l’intervista a Zaha Hadid, realizzata a Milano nel 2004, subito dopo che all’architetta era stato assegnato il Pritzker Prize, il Nobel dell’architettura, per la prima volta conferito a una donna. Questo episodio, tra gli altri, testimonia la capacità di Bucci di essere presente in momenti cruciali e di cogliere l’essenza di tali eventi.
La presentazione a Venezia ha sottolineato, ancora una volta, il forte legame della città con l’architettura. Molti degli intervistati sono stati curatori della Biennale Architettura: dal primo in assoluto, Paolo Portoghesi nel 1980 e nel 1982, a Massimiliano Fuksas nel 2000, Kazuyo Sejima nel 2010, David Chipperfield nel 2012 e Rem Koolhaas nel 2014. Poi ancora Alejandro Aravena nel 2016, Yvonne Farrell e Shelley McNamara nel 2018 fino a Carlo Ratti, l’architetto italiano che curerà l’edizione del 2025 dal titolo “Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva“. Fra i rimpianti di Bucci, non aver potuto intervistare Aldo Rossi, anche lui curatore della Biennale Architettura del 1985 e Ieoh Ming Pei, autore, fra l’altro, della celebre Piramide del Louvre a Parigi.
A parte questi, i nomi grandissimi sembrano non finire mai: Arata Isozaki, Renzo Piano, Jean Nouvel, Rafael Moneo e Oscar Niemeyer, che Bucci intervista per la prima volta nel 2004, quando il leggendario architetto brasiliano aveva 97 anni. Ogni capitolo del libro è un invito alla scoperta: Tadao Ando vede nell’architettura un modo per sconfiggere il tempo, Mario Cucinella la immagina come un teatro, una porta che si apre, mentre per Daniel Libeskind è un grattacielo curvo.
Stefano Bucci, giornalista dalla lunga e articolata carriera, è redattore delle pagine culturali nazionali del “Corriere della Sera” dal 2001, e dal 2011 è responsabile della sezione arte-architettura de “la Lettura”, il supplemento culturale della domenica del “Corriere della Sera”. Nel 2015 ha pubblicato per Marsilio “I veri amori sono diversi”.
“L’architettura ha tante anime. Conversazioni” è un libro di architettura che non parla di progetti in senso stretto. Parla del mondo dell’architettura attraverso l’umanità dei suoi protagonisti e approfondisce le storie e le idee dietro il lavoro artistico degli architetti più influenti del nostro tempo. Una raccolta di dialoghi, spunti e riflessioni, presentato nel contesto suggestivo di una delle città più affascinanti del mondo.