Tre mostre a Venezia: la Fondazione Pinault inaugura il 2020 a Palazzo Grassi e Punta della Dogana
La stagione delle mostre a Venezia riparte grazie alla Fondazione Pinault.
Se la Biennale si è presa un anno sabbatico, la Fondazione Pinault tiene fede alla sua tradizione e presenta tre nuove mostre: “Youssef Nabil. Once upon a dream” ed “Henri Cartier-Bresson. Le Grand Jeau” a Palazzo Grassi, “Untitled, 2020. Tre sguardi sull’arte di oggi” a Punta della Dogana.
Untitled, 2020. Tre sguardi sull’arte di oggi
Iniziamo proprio da Punta della Dogana, come arrivando in città attraverso il bacino di San Marco.
La mostra, come dice il titolo, presenta un ampio sguardo “triplo” sull’arte dell’ultimo secolo abbondante.
I “tre sguardi” sono quelli dei curatori Caroline Bourgeois, Muna El Fituri e Thomas Houseago, e le opere in mostra, 67, sono state realizzate quasi tutte negli ultimi 130 anni.
L’opera “contemporanea” più antica, infatti, è una statua di gesso di Auguste Rodin: “Iris, messangère des dieux” del 1890-91. Fra le opere più recenti, invece, quelle di Saul Fletcher, Kasia Fudakowski, Ellen Gallagher, Lauren Halsey e Henry Taylor, create apposta per la mostra.
Ad impreziosire il lungo racconto, inoltre, ci sono alcune opere “fuori quota” come la “Statuetta femminile stante” della valle dell’Indo, datata fra il 2700-2500 a.C., in prestito dalla Collezione Ligabue di Venezia. L’inserimento di queste opere “extra” sottolinea come ci sia sempre un profondo legame fra le opere d’arte di tutti i tempi.
Le opere sono divise in 18 sale, ognuna dedicata ad un tema specifico. Si va dal Sesso (sala 2) alla Morte (sala 4), dall’Impegno (sala 9) all’Utopia (sala 16).
Il punto centrale però è l’Atelier (sala 11), ispirato al vero atelier di uno dei curatori, l’artista Thomas Houseago.
In questa sala, al visitatore è chiesto di fermarsi per scoprire il luogo in cui si compie la magia della nascita dell’arte.
“Untitled, 2020” è una mostra ricca, intricata, che merita una visita lenta e approfondita, cercando di immergersi e immedesimarsi nel variegato mondo dell’Arte. Non è semplice, ma è così che deve essere.
Youssef Nabil. Once upon a dream
A Palazzo Grassi, al secondo piano, c’è “Youssef Nabil. Once upon a dream“.
La mostra, curata da Matthieu Humery e Jean-Jacques Aillagon, è una monografica dedicata all’artista egiziano Youssef Nabil (Il Cairo, 1972).
Le opere sono per la maggior parte fotografie dipinte a mano dall’artista che rievocano un Egitto antico e leggendario, come dovevano immaginarlo i visitatori della fine del XIX secolo.
L’atmosfera sognante delle foto, simili a luminosi acquerelli, è però in contrasto con i temi trattati, che oscillano fra uno sguardo malinconico (nostalgico?) all’identità del passato e la preoccupazione per l’evoluzione contemporanea, sociale e politica del Paese.
Henri Cartier-Bresson. Le Grand Jeau
Al primo piano di Palazzo Grassi, infine, c’è la mostra forse più interessante di tutte, quella dedicata ad Henri Cartier-Bresson.
La mostra è un “gioco intellettuale“, un “Grand Jeu“, come dice il titolo.
Il principio dal quale parte l’esperimento è semplice: cinque curatori selezionano una cinquantina di foto ciascuno pescando dalla Master Collection di Cartier-Bresson e riorganizzano le opere selezionate in base a temi da loro proposti.
I curatori che si sono prestati al “gioco” sono: François Pinault, grandissimo appassionato d’arte e patron della fondazione Pinault; Anne Leibovitz, una delle più importanti fotografe contemporanee; Javier Cercas, scrittore e letterato; Wim Wenders, celebre regista e Sylvie Aubenas, conservatrice e curatrice bibliotecaria.
Così come sono eterogenei i curatori, altrettanto eterogenea è l’opera di Cartier-Bresson sulla quale i curatori sono chiamati a “giocare”.
La Master Collection di Cartier-Bresson è composta da 385 fotografie stampate nel 1973 che spaziano dal 1929 al 1973. In oltre quarant’anni, il grande fotografo francese ha scattato in mezzo mondo, dalla Spagna degli anni appena precedenti la Guerra Civile al Dopoguerra in Italia, Francia, Irlanda, Gran Bretagna e Germania, fino all’URSS e agli USA. E poi India, Giappone, Messico e altri ancora.
Assieme alle centinaia di foto di strada, ci sono anche i ritratti di alcuni dei personaggi più importanti del Novecento: da Igor Stravinsky a Samuel Beckett, da Ezra Pound ad Alberto Giacometti, da Coco Chanel ad Albert Camus e Jean-Paul Sartre.
L’occhio di Cartier-Bresson è impareggiabile e il variegato spaccato di mondo che riesce a fornirci si presta a mille re-interpretazioni curatoriali.
L’esperimento del “Grand Jeu” è quindi un modo per dare letture sempre nuove e stimolanti a qualcosa che potrebbe sembrare “già visto” ma che invece non lo è.
Se passate dalla laguna è da vedere assolutamente.
Untitled, 2020. Tre sguardi sull’arte di oggi
Punta della Dogana, Venezia
11/07/2020 – 20/03/2021
Youssef Nabil. Once upon a dream
Palazzo Grassi
11/07/2020 – 20/03/2021
Henri Cartier-Bresson. Le Grand Jeau
Palazzo Grassi
11/07/2020 – 20/03/2021
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