Cento anni sono passati dalla fondazione del Bauhaus.
Un lasso di tempo così breve che può essere raggiunto dalla vita di un uomo. Ma un tempo sufficiente perché, questa strana scuola tedesca, avesse un’influenza culturale profondissima nel mondo dell’Arte, dell’Architettura e del Design.
Molti sono gli eventi attesi per celebrare questo anniversario nel 2019.
Il centenario ci dà però l’occasione anche di ripassare la storia di questo istituto, che è stato un vero punto di riferimento per l’evoluzione culturale della prima metà del XX secolo.
E che forse, per una sorta di compensazione, ha raggiunto la sua grandissima fama proprio dopo la sua prematura chiusura.
Bauhaus: 100 anni dalla fondazione – La premessa culturale: la Rivoluzione Industriale
Il punto di partenza culturale per questa scuola, fondata nel 1919, deriva direttamente dalla Rivoluzione Industriale.
Era infatti già da un secolo e mezzo che questa rivoluzione tecnologica stava cambiando la mentalità produttiva europea.
Prima di allora, per millenni, l’Arte e l’Artigianato erano stati strettamente connessi. Poiché qualsiasi oggetto doveva essere realizzato a mano dall’uomo, ogni artigiano-artista vi aggiungeva qualcosa di unico, una forma particolare, una decorazione.
Ma non appena la produzione in serie fu tecnicamente possibile, le cose cambiarono drasticamente: era diventato possibile produrre un numero enorme di oggetti “uguali”.
Il progetto di qualsiasi componente della vita umana, “dal cucchiaio alla città“, come disse molto più tardi Ernesto Nathan Rogers, assumeva allora un’importanza nuova.
Un unico progetto poteva infatti essere ripetuto un numero infinito di volte. Più la Rivoluzione Industriale prendeva piede, e maggiormente questa “possibilità” diventava una “necessità” capace di ridurre i costi di produzione.
Bauhaus: 100 years since its foundation – Le prime reazioni
Nel Regno Unito, patria della “macchina” e dell'”industria“, c’era stato il primo tentativo di contro-rivoluzione. William Morris fondò il movimento Arts and Crafts con l’intento di riportare la produzione da industriale ad artigianale. L’Arte ed il buon gusto dovevano distinguere il prodotto artigianale da quello industriale, brutto e banale.
Il tentativo si rivelò però fallimentare, principalmente per via degli alti costi di produzione, non più concorrenziali con la produzione industriale.
In Germania invece, il diretto predecessore del Bauhaus, fu il Deutscher Werkbund, associazione di artigiani fondata a Monaco di Baviera nel 1907.
Il Deutscher Werkbund non si pose in contrasto con la rivoluzione industriale, ma la assecondò. Lo scopo dell’associazione era quello di mettere in comunicazione l’artigiano, l’artista e l’industriale, per creare progetti che coniugassero una fattura di alto livello con tempi, costi e modalità di produzione industriale.
I progetti dovevano essere belli ma anche economicamente e tecnicamente vantaggiosi.
Per garantire un futuro a questo nuovo modo di intendere la produzione bisognava creare una scuola che formasse nuovi progettisti: il Bauhaus.
Bauhaus: 100 anni dalla fondazione – La storia
Nel 1919 ci fu l’occasione di ristrutturare la Scuola d’Arte applicata di Weimar. Il momento che Walter Gropius stava aspettando.
A quell’epoca Gropius era un architetto di 36 anni, che si era formato lavorando nello studio di Peter Behrens, a Berlino. Behrens era stato un convinto sostenitore del movimento Arts and Crafts. Anche lui però aveva aveva tentato di reinterpretare l’approccio di Morris in modo più “razionale”. Bisognava fornire all’indusria progetti sia esteticamente che economicamente validi.
Già consulente dell’azienda di elettronica AEG come designer, il capolavoro architettonico di Berens fu proprio la nuova fabbrica dell’azienda a Berlino nel 1908.
Un progetto sobrio e razionale, semplice ed efficiente, che apriva una nuova strada all’architettura.
Un progetto che suscitò ben presto l’attenzione e l’ammirazione, in primis, dei collaboratori di Berens: Le Corbusier, Mies van der Rohe e, appunto, Walter Gropius.
Così nell’aprile 1919, a Weimar, fu fondato il Bauhaus. Una nuova scuola che prendeva il posto dell’ex Istituto Superiore di Belle Arti e dell’ex Scuola d’Arte Applicata del Granducato di Sassonia.
L’importanza della scuola fu subito eccezionale.
Nei suoi (travagliati) 16 anni di vita, si alternarono tre direttori del calibro di Gropius, Hennes Meyer e Ludwig Mies van der Rohe.
Ed alla docenza furono chiamate personalità come Josef Albers, Marcel Breuer, Ludwig Hilberseimer, Johannes Itten, Wassily Kandinsky, Paul Klee, Laszlo Moholy-Nagi, J. J. P. Oud e Theo van Doesburg.
Ci furono molte posizioni di pensiero diverse, ovviamente, ma proprio per questo l’ambiente dell’istituto era culturalmente ricca e variegata.
Ma in quegli anni così intensi, imprevisti e problemi erano sempre in agguato.
A causa di un cambio delle posizioni politiche della città, l’istituto di Weimar venne chiuso già nel 1925. Il Bauhaus si spostò allora a Dessau, in un nuovo, iconico e famosissimo edificio progettato proprio da Gropius.
Anche a Dessau, però, arrivarono i primi problemi. Già dal 1930, con la crescita del movimento nazista in Germania, si cominciò a considerare questa scuola così innovativa e culturalmente aperta come un problema.
Arrivò l’accusa di ospitare e propagandare idee comuniste, ed il 12 aprile 1932 il consiglio comunale di Dessau si espresse per la chiusura della scuola.
Mies van der Rohe, allora direttore del Bauhaus, decise di trasferire l’istituto a Berlino. Nel 1935 però, visti i problemi economici sempre maggiori, così come la crescente opposizione dei nazisti, il Bauhaus chiuse definitivamente.
Per molti artisti, architetti ed intellettuali che gravitavano attorno alla scuola, tra cui lo stesso Mies van der Rohe, non ci fu altra scelta possibile che lasciare la Germania ed emigrare all’estero, principalmente negli Stati Uniti.
Bauhaus: 100 anni dalla fondazione – Il retaggio culturale
La breve e travagliata avventura del Bauhaus ha avuto un’importanza culturale importantissima.
La nascita del Movimento Moderno in architettura e nel design non sarebbero stati possibili senza le personalità riunite nel Bauhaus.
L’architettura ed il design di impronta “razionale”, che spaziano dalla Sedia Wassily di Marcel Breuer alla Seagram Building di Mies van der Rohe, derivano direttamente dall’esperienza maturata all’interno del Bauhaus.
Un modo di fare architettura e design che in breve si diffuse in tutto il mondo.
Le architetture della Città Bianca di Tel Aviv, forse meno note al grande pubblico, furono progettate da architetti ebrei che avevano studiato al Bauhaus e che emigrarono in quello che sarebbe diventato lo stato di Israele.
Queste architetture sono state dichiarate nel 2003 Patrimonio Culturale dell’Umanità dall’UNESCO. Così come, nel 1996, sono diventati Patrimonio Culturale dell’Umanità i siti che furono sedi del Bauhaus a Weimar ed a Dessau.
Bauhaus: 100 anni dalla fondazione – Eventi
Per celebrare degnamente i primi 100 anni del Bauhaus, la Akademie der Künste di Berlino, ha organizzato un grande festival.
Dal 16 al 24 gennaio il direttore artistico del festival, Bettina Wagner-Bergelt, ha invitto artisti da tutto il mondo per far rivivere lo spirito dell’istituto.
Il programma comprende concerti, installazioni, teatro, danza, proiezioni di film, workshop, letture e giochi.
Dal 31 agosto all’8 settembre ci sarà poi “La settimana del Bauhaus“, sempre a Berlino, che farà rivivere lo spirito del Bauhaus per le strade della città, assieme all’apertura della mostra “Original Bauhaus” alla Berlinische Galerie.
Per tre weekend tra settembre e novembre, la Triennale Der Moderne riporterà nelle tre città simbolo del Bauhaus la cultura della scuola. Dal 26 al 29 settembre a Weimar, dal 4 al 6 ottobre a Dessau e dall’11 al 13 novembre a Berlino.
Ci sarà anche un focus sulla città di Tel Aviv, che per il numero di progetti in “stile Bauhaus“, ne fanno una sorta di esempio vivente dell’insegnamento dell’istituto tedesco.
Questo e molto altro è in programma. Tutto per festeggiare, celebrare e soprattutto non dimenticare una parte ancora viva e attuale della storia culturale del XX secolo.
Festival di apertura | Eröffnungsfestival
Akademie der Künste
Berlino, 16 – 24 gennaio 2019
Discover: www.bauhausfestival.de
La settimana del Bauhaus | Bauhaus Woche Berlin
Berlino, 31 agosto – 8 settembre 2019
Discover: www.kulturprojekte.berlin
Triennale der Moderne
Weimar, 26 – 29 settembre 2019
Dessau, 4 – 6 ottobre 2019
Berlino, 11 – 13 ottobre 2019
Discover: www.facebook.com/TriennaleDerModerne
Testo di Domenico Fallacara | the PhotoPhore